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IGIENIZZAZIONE DELLA PISCINA

Come disinfettare l'acqua della piscina per garantire un ambiente sicuro e salutare

Pulizia della piscina
Trattamento acqua
Cosa vuol dire igienizzare una piscina Cloro: ecco le indicazioni per un corretto utilizzo Vantaggi e svantaggi del cloro Differenze tra cloro organico ed inorganico Cloro residuo libero e residuo combinato Alternativa al cloro: l' OSSIGENO

1. Cosa vuol dire igienizzare una piscina?

Per igienizzazione si intende la riduzione del numero di microorganismi patogeni e non patogeni presenti nell’acqua, fino a quantità che non presentano rischi per la salute umana. Il corretto dosaggio di prodotto è importante per minimizzare il rischio microbiologico senza un eccessivo aumento del rischio da sottoprodotti; il dosaggio ottimale è in funzione di un punto di compromesso tra i due.

Il disinfettante più utilizzato e l’unico permesso dalla normativa per le piscine pubbliche è il cloro, presente in varie forme, ma avente sempre come principio attivo l’acido ipocloroso.

2. Cloro: ecco le indicazioni per un corretto utilizzo

La quantità di cloro necessaria per un trattamento ottimale di igienizzazione è variabile in funzione di numerosi parametri (numero di bagnanti, temperatura, esposizione al sole o alle intemperie, caratteristiche dell’acqua di reintegro ecc…), ma è possibile effettuare una stima media del cloro necessario.

Mediamente la richiesta di cloro in una piscina è dato da:

1 grammo/giorno per metro cubo d’acqua + 10 grammi per ogni bagnante che nella giornata entra in piscina.

Esempio:

Cloro necessario per una piscina di 250 m³ con la frequentazione giornaliera di 120 bagnanti.

Cloro necessario quotidiano:

250 g/giorno + 10 g/bagnante x 120 bagnanti/giorno = 250 + 1200 g/giorno = 1450 g/giorno

Come si può vedere, quando i bagnanti sono numerosi, il loro numero risulta determinante per valutare la richiesta di cloro della piscina in esame.

3. Vantaggi e svantaggi del cloro

Vantaggi

  • inattiva la forma efficace di un ampio spettro di batteri patogeni normalmente presenti in acqua
  • lascia un residuo in acqua facilmente misurabile e controllabile
  • è economico
  • è un prodotto utilizzato positivamente da molti anni nel trattamento delle acque (anche tenendo conto dei rischi associati alla sua manipolazione continua a possedere un rapporto di sicurezza eccellente)

Svantaggi

  • forma prodotti alogenati, come clorofenoli e similari
  • è meno efficace a pH elevati
  • forma prodotti ossigenati biodegradabili che possono favorire la crescita biologica se non si mantiene ottimale la concentrazione del cloro residuo
  • forma clorammine

4. Cloro organico ed inorganico: quali sono le differenze

CLORO ORGANICO

  • Acido Tricloroisocianurico (Tricloro / Sincloseno) – per mantenimento, generalmente in pastiglie a lento dissoluzione per skimmer o dosatori a lambimento
  • Dicloroisocianurato sodico (Dicloro / Trocloseno sodico) – granulare, per trattamenti shock

CLORO INORGANICO

  • Ipoclorito di sodio (liquido) – da dosare con pompe dosatrici
  • Ipoclorito di calcio (solido) – per trattamenti shock o da dosare con pooltank

Il cloro attivo (HClO) si degrada per effetto della radiazione U.V. (sole). Per minimizzare questo effetto si impiega uno stabilizzante di cloro, l’acido cianurico. L’acido cianurico stabilizza il cloro, la sua concentrazione ideale è di 30/40 ppm. Nelle piscine pubbliche il limite di concentrazione è di 75 ppm in quanto a concentrazioni più elevate blocca l’effetto del cloro inibendo la disinfezione.

L’acido cianurico è contenuto nel cloro organico, mentre è assente dal cloro inorganico.

CLORO

 

5. Cloro residuo libero e residuo combinato

CLORO RESIDUO LIBERO

E’ il cloro presente in forma di disinfettante Acido ipocloroso (HClO) e/o sotto forma di ione ipoclorito (ClO-). Si determina mediante il test DPD-1.

CLORO RESIDUO COMBINATO

Costituito dalle “clorammine” formate dalla reazione tra cloro libero ed ammonica o residui azotati. Irrita gli occhi, le mucose e causa il tipico “odore di cloro”. Ha un potere disinfettante molto basso.

6. Alternativa al cloro: l' OSSIGENO

Il trattamento con ossigeno, nettamente più blando di quello effettuato tramite cloro o bromo, è consigliato per piscine private che hanno una manutenzione meticolosa ed accurata.

Esistono due forme di trattamento ad ossigeno:

  • Ossigeno solido (persolfato): viene eseguito il trattamento mediamente 1-2 volte la settimana dosando la quantità necessaria di prodotto, tra un dosaggio ed il successivo l’igienizzazione deve essere mantenuta con l’utilizzo di un antialga specifico per ossigeno.
  • Ossigeno liquido (acqua ossigenata): viene dosato in modo costante un prodotto a base di acqua ossigenata per mantenerne la concentrazione a circa 20 ppm, un antialga specifico ne completa l’effetto. L’abbinamento di un sistema U.V. all’acqua ossigenata ne aumenta notevolmente l’efficacia a causa dell’attivazione del radicale idrossilico.